Ceramica dorata e invetriata ottenuta con una tecnica, detta "a lustro aureo",
in uso presso le popolazioni della Mesopotamia fino dalla seconda metà
del secondo millennio a.C., e decorata prevalentemente con iscrizioni, motivi
geometrici, figure di animali e vegetali stilizzate. La testimonianza storica
più antica al riguardo è fornita da Idrisi, geografo arabo, che,
attorno al 1150, parla di vasi a fondo dorato provenienti da Calatayud in
Aragona. Vasi con caratteristiche affini, uguali colori (oro, blu-cobalto e
rosso-porpora) e la purezza della invetriatura, vennero ritrovati nelle zone di
Almeria, Malaga e Murcia. Nonostante l'esistenza di questa civiltà fosse
già nota, i primi studi organici sui reperti vennero condotti solo nella
seconda metà dell'Ottocento. Attualmente gli esemplari più
interessanti si trovano nei musei di Londra (Victoria and Albert Museum), New
York (Metropolitan Museum), Barcellona, Madrid, Saragozza. Esemplari di epoca
più tarda di
c.i. furono reperiti a Malaga: si tratta di grandi
vasi ornamentali con manici a forma di ali, chiamati vasi di Alhambra, che
risalgono al XIII o XIV sec. Altri vasi simili, eseguiti nel XIV sec., la cui
decorazione è ispirata a motivi gotici e araldici, furono reperiti nelle
zone di Valencia e Manises. Alcuni esemplari di queste ceramiche, i cosiddetti
"vasi bianchi e blu" provenienti dalla regione di Malaga, furono importati in
Italia ed ebbero una notevole influenza sulla tecnica decorativa della
maiolica.